Guerra alla guerra: le iniziative del Coordinamento Acireale per la pace.
Cercasi persone di qualsiasi età pronte ad arruolarsi: non qualcuno pronto a combattere per la guerra, ma disposto a tutto per costruire la pace. Persone, uomini, donne, giovani pronti a difendere strenuamente la pace e i diritti umani. A cercarli è il Coordinamento per la pace di Acireale, istituito nel 2002 in occasione della seconda guerra in Iraq e nato «dall’esigenza - afferma il coordinatore Giuseppe Tomarchio - di fare qualcosa contro quella guerra che si ripete con nuove dinamiche in Ucraina». L’obiettivo è chiaro: sensibilizzare l'opinione pubblica alla non violenza e promuovere l'educazione alla pace e alla tolleranza. Ma come per ogni missione importante serviva una strategia efficace. Stando alle ultime dichiarazioni del Coordinamento, il proposito di abbattere il muro dell’indifferenza e portare a casa il grande trofeo della pace sembrerebbe lontano dal realizzarsi, ma non lo è in assoluto. Infatti, «se noi ci approcciamo alla pace e alla non violenza a partire dai piccoli gesti quotidiani - commenta il Direttore della Caritas e dell’Ufficio Pastorale Don Orazio Tornabene - la pace non sarà più impossibile da auspicare».
Bisogna dichiarare l’embargo alla guerra, creare un ambiente ostile ad essa in modo che non abbia alleati. «Abbiamo capito - spiega Tomarchio - che si può reagire ai conflitti anche con i metodi pacifici; il primo passo per raggiungere la pace è cessare il fuoco» e quindi fare attorno alla guerra terra bruciata cosicché sarà costretta a “gettare le armi” e la violenza a sopperire. Il 20 aprile dello scorso anno, infatti, il Coordinamento per la Pace ha accompagnato le scuole nell’invitare la Città di Acireale a mettersi in marcia perla pace, a rivendicare il diritto di ognuno alla pace, la condanna senza appello di tutte le guerre e il disarmo totale. Sì: «La guerra - chiarisce Don Orazio - ha bisogno di armi». Chi produce le armi e perché? «Sono le aziende di armamenti di tutto il mondo che producono armi per il loro interesse economico», aggiunge il sacerdote. Le armi vengono prodotte per fare la guerra. Perché si producono armi e si fa la guerra? Per puro egoismo, lo stesso che le persone provano ogni giorno della loro vita quotidiana «perché - continua Don Orazio - qualcuno vuole avere di più e se lo va a prendere lì dove non gli tocca ledendo così la libertà di un altro». L’intuizione del Coordinamento è stata quella di «partire - come sostiene il volontario Pippo Scudero - dai giovani e soprattutto dai bambini che spesso hanno molto da insegnare agli adulti» e di fare rete con le scuole, grazie alla mediazione degli insegnanti, per promuovere attività che possano diffondere la cultura della pace e far comprendere il valore dello stare assieme, il piacere della condivisione contro l’egoismo e la violenza. Un esempio? Il flash mob messo in scena il 24 febbraio sorso dagli studenti del Liceo Archimede di Acireale.
Le giovani sentinelle di pace saranno
nuovamente mobilitate a breve in occasione di una manifestazione che si terrà
DOMENICA 26 MARZO alle ore 19:30 nella PARROCCHIA di S. MARIA LA SCALA e che
proseguirà con un corteo fino al porticciolo. In ricordo dei morti in mare, ad
un mese dalla tragedia di Cutro, questi militanti di pace si riuniranno
per compiere un atto non di forza, ma fortemente simbolico: gettare un fiore in
mare, là dove drammaticamente si muore nel tentativo di realizzare la possibilità
di vivere. La manifestazione sarà anche un’azione di protesta per denunciare i
governi negligenti e incuranti delle vite chi è in cerca di un porto
speranza. Perché se si auspica a un mondo di pace e un mondo più
giusto, bisogna reagire e opporsi all’indifferenza, alla violenza,
all’egoismo. Bisogna fare guerra alla guerra.
Commenti
Posta un commento