Voci dal Mediterraneo. Il valore della testimonianza
Voci dal Mediterraneo, è questo il titolo che è stato scelto per i seminari di educazione alla mondialità e alla pace che si sono svolti presso l'aula magna del liceo Archimede di Acireale nel mese di marzo, il mese della cultura.
di Matteo Dandolo
«L’ascolto vivo di una testimonianza favorisce l’empatia che è il mezzo più efficace per educare alla pace e ai diritti umani», così si esprime Paola Lizzio, docente referente per la pace presso l’Archimede di Acireale, nell’introdurre l’ultimo dei tre seminari programmati nell’ambito del progetto "Educazione alla mondialità e alla pace” che ormai da tanti anni si propone come ampliamento dell’offerta formativa del liceo. Quest’anno, nel mese di marzo, eletto a mese della cultura dal Comune di Acireale, la scuola diretta dal preside Riccardo Biasco si è aperta al territorio con una serie di incontri pubblici rivolti alla cittadinanza e coordinati dagli studenti e dalle studentesse del progetto di educazione alla pace, mettendo al centro di volta in volta il racconto di una storia.
I temi scelti interessano l’attualità - le politiche migratorie, le operazioni di ricerca e soccorso in mare, i processi di accoglienza e integrazione e i corridoi umanitari - se n’è discusso grazie al contributo di organizzazioni come Emergency, Comitato Tre Ottobre e Coordinamento Acireale per la pace.
Nell'ultimo di questi seminari, che si è tenuto lo scorso 27 marzo, si è parlato di Medio Oriente, più specificatamente di Palestina e Siria. «Ci piacerebbe dare voce a questi popoli dimenticati raccontando le storie di donne e uomini che in Palestina e in Siria ci vivono e vorrebbero viverci in pace», continua la professoressa. Con questo spirito gli studenti e le studentesse presenti si sono accostati a conoscere le tante storie di vite spezzate dalla guerra e dalle persecuzioni di cui il Coordinamento Acireale per la pace, co-organizzatore dell'evento, si vorrebbe fare carico con la richiesta di attivazione di corridoi umanitari dalla Palestina e dalla Siria.
La testimonianza di Marco Pirrello, autore del libro "Inquadrando Palestina. Diario di un viaggio”, chiamato a parlare della drammatica guerra che si combatte ormai da più di un anno e mezzo tra Hamas e le forze di difesa israeliane sulla pelle dei civili palestinesi, è stata illuminante per comprendere che la tragedia del popolo palestinese non è iniziata il 7 ottobre del 2023, ma ha radici molto più antiche. In Palestina Pirrello era andato per documentare il progetto umanitario di una ONG spagnola, “Médicos del Mundo”, che ha lo scopo di dare supporto psicologico al popolo della Striscia di Gaza. Non limitandosi al solo documentario fotografico, il regista e filmmaker catanese ha voluto realizzare un vero e proprio diario di viaggio corredato di interviste ai cittadini gazawi che ha poi raccolto nel libro sopracitato e in un docufilm dal titolo "Tre desideri”. La particolarità di queste interviste, infatti, sta nella domanda in merito ai desideri delle persone intervistate le cui risposte semplici e sincere hanno commosso l'intera assemblea di studenti e studentesse. Spesso quando si parla delle vittime di una guerra si trascura il dato più importante e cioè che la guerra ha un lato umano che consiste nelle vite spezzate delle persone coinvolte, civili innocenti che desiderano quello che tutto desideriamo: vivere in pace, viaggiare, studiare, vedere la propria squadra del cuore giocare una partita di calcio. Questi desideri ci fanno capire come la vita sotto i bombardamenti sia condizionata dallo stato di instabilità, morte e guerra, ma anche quanto questo popolo sia umano e resiliente nonostante l'indifferenza del resto del mondo di fronte agli abusi che sono costretti a subire dai coloni israeliani.
L'incontro con queste storie raccontate attraverso le pagine del libro di Pirrello ci hanno interrogato profondamente sulle responsabilità del mondo intero nei confronti del grido di aiuto che proviene da una terra così violentata come quella palestinese.
Siamo consapevoli che la Corte di Giustizia Internazionale ha confermato l'ipotesi di genocidio a seguito dell'istanza presentata dal Sudafrica il 29 dicembre 2023 in merito alle politiche e le pratiche adottate da Israele nei territori palestinesi occupati di Cisgiordania, Gerusalemme Est e Striscia di Gaza che violano il diritto internazionale. Ci domandiamo perché i responsabili di queste violazioni non siano stati ancora consegnati alla giustizia e non si pretenda a gran voce il cessate il fuoco immediato. Esistono mandati di arresto emessi dalla Corte di Giustizia Internazionale e risoluzioni dell’ONU che vengono costantemente disattese mentre i governi della maggior parte dei paesi tacciono su questa terribile tragedia. Ci auguriamo che aprendo il cuore all'ascolto empatico, siano proprio i giovani ad alzare la voce contro la guerra e il carico di ingiustizie che accompagnano tutti i conflitti che affliggono l'umanità.
Altra preziosa testimonianza è stata quella di Omran Alali, giunto in Italia dalla Siria, insieme alla moglie e ai loro quattro figli, grazie ad un corridoio umanitario attivato dal progetto “Santa Venerina abbraccia la Siria”, realizzato da “Operazione colomba”, corpo civile di pace della comunità Giovanni XXIII, Chiesa Valdese e Comunità di Sant'Egidio.
Omran è giunto in Italia dopo aver lasciato la Siria a seguito dello scoppio di una guerra che ha dilaniato il paese per quattordici anni, dopo aver vissuto mesi di carcere per non essersi voluto arruolare nell’esercito del dittatore Assad e ben otto anni nell'inferno di un campo profughi in Libano.
Il racconto di Omar ci ha messo di fronte alle sofferenze delle persone che scappano da situazioni invivibili senza nessuna tutela dei propri diritti.
Adesso che il regime di Bashar Al Assad è caduto, Omran ha voluto insistere sulle condizioni ancora drammatiche in cui versa la popolazione siriana, di cui ha quotidiane notizie tramite i suoi familiari ancora in Siria. Priva di cibo, acqua, elettricità, la popolazione allo stremo attende che le case vengano ricostruite, di riabbracciare i propri cari dispersi e che il nuovo governo, istituito dal capo dei ribelli e dell’ESL Ahmad Husayn al-Shara, adotti misure democratiche e ripristini finalmente le libertà violate.
I popoli coinvolti in una guerra vogliono solo tornare ad avere una vita normale minacciata dai piani di governi senza scrupoli. Il destino della Siria è nelle mani dei ribelli, solo loro potranno stabilire se il paese potrà cominciare il suo processo di ripresa e lasciarsi alle spalle anni di violenze, oppure se farlo sprofondare in un nuovo periodo di incertezza, paura e guerra.
Ancora una volta la testimonianza diretta ha molto coinvolto i presenti che hanno espresso la loro vicinanza con domande e interventi spontanei di solidarietà.
Significativo l'intervento di Pippo Scudero, rappresentante del Coordinamento Acireale per la pace, che si è pronunciato chiaramente sulle responsabilità civiche di ciascuno di noi non solo nel manifestare solidarietà ed empatia verso l'umanità sofferente, ma anche nel rendersi disponibili all'accoglienza e alla condivisione.
Siamo orgogliosi che la nostra scuola abbia ospitato, senza filtri, temi così delicati e attuali perché solo così si può sperare che prevalga sulle cattive notizie la cultura della pace.
Pubblichiamo questo articolo nel giorno della Festa dell'Europa, 9 maggio, perché vogliamo aderire alla richiesta che tanti cittadini europei rivolgono ai loro governi perché operino la pace e la giustizia a Gaza e nel mondo.
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