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Visualizzazione dei post da marzo, 2024

Confini e diritti umani: Karamoko e il diritto di restare e di partire

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Si chiama "agency" la capacità di essere protagonista della propria vita, di effettuare scelte autonome e di  determinare la propria condizione d'esistenza. Lo hanno imparato gli studenti e le studentesse del Liceo  Archimede confrontandosi, sulla condizione dei migranti confinati ai confini dell’Europa, con chi li ha conosciuti e accompagnati nel loro percorso migratorio. Andrea Basile e Fabiano Licciardello Troppo spesso si cade nella tentazione di dare per scontate alcune libertà di cui godiamo, e di  considerare certi diritti garantiti a tutte le persone, per il solo fatto di essere riconosciuti universalmente  nella D.U.D.U. (Dichiarazione Universale dei Diritti Umani). È questo il caso della libertà di restare o di partire dai luoghi che chiamiamo casa . Ne abbiamo parlato, lo scorso 5 marzo, con Amalia  Innocenti, sociologa e volontaria di "Operazione colomba",  corpo civile di pace  della Comunità Giovanni XXIII.  L’incontro con Amalia -  ospite relatric

"Il suono dell'accoglienza": il progetto che la cooperativa sociale Ro' la Formichina realizza a Santa Venerina con i legni dei barconi

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Ridare vita ai legni delle imbarcazioni naufragate lungo le coste del Mediterraneo perché diventino strumenti musicali: è questo lo scopo di un progetto sociale realizzato dalla Comunità Giovanni XXIII a Santa Venerina. Di Giulia Chisari e Giovanni Platania « Pare che si chiamasse Yassin, che venisse dall’Eritrea, che fosse stato arrestato senza motivo e chiuso in uno dei tanti lager libici. Pare che avesse un bimbo e una moglie in un centro di accoglienza in Svezia e che volesse raggiungerli. Certo è che il suo corpo è arrivato senza vita a Lampedusa il 7 settembre 2015 » . Questo è quanto si legge su una delle tante lapidi in uno dei tanti cimiteri italiani che ospitano le salme delle vittime delle migrazioni lungo la rotta del Mediterraneo centrale. A Yassin è intitolata la prima chitarra costruita nell'ambito del progetto "Il suono dell'accoglienza", presentato da Marco e Michela Lovato, della Comunità Papa Giovanni XXIII, nel corso di un seminario sui corridoi um

Vito Fiorino e quella notte del 3 ottobre 2013: un giusto al Liceo “Archimede” di Acireale

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Nella Giornata  europea dei Giusti, a poco più di un anno dall' introduzione del cosiddetto "decreto ong", il  decreto in materia di immigrazione che stabilisce norme restrittive sul tema della ricerca e del soccorso in mare,   raccontiamo la storia di Vito Fiorino, soccorritore di naufraghi. di Marco Chiarenza e Sara Francesca Pappalardo «Chi salva una vita, salva il mondo intero» recita il Talmud, la guida della vita ebraica. Qui leggiamo che in ogni momento della storia sparsi per il mondo agiscono per volere di Dio trentasei uomini e donne giusti. Ma chi è un giusto? Rispondere a questo interrogativo non è facile e, forse, neanche scontato. In un mondo frenetico, in cui si è spesso troppo rinchiusi in sé stessi, porsi questa domanda richiede un grande sforzo etico. Rispondere significa guardare non solo alla singola azione e alle leggi che la regolano ma riflettere su volontà, pensieri e valori che animano quell’azione. Ad esempio, salvare vite umane è giusto? Tutti