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La conoscete la storia del popolo Sahrawi? Ve la raccontiamo in 3 bicchieri

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  Acireale, città barocca dalle cento campane, ma non solo: Sara Scudero ci racconta una buona notizia di accoglienza, difesa dei diritti e tè condivisi   Saverio Di Mauro e Salvo Ilie L’esperienza in un’aula del nostro liceo, il “Liceo Archimede” di Acireale, mercoledì 24 aprile è stata trascendentale: appena arrivati si poteva percepire un odore molto intenso e piacevole di menta, zucchero e tè. Abbiamo avuto il piacere di ascoltare Sara Scudero di " Mi casa es tu casa ", un progetto che si dedica all’accoglienza estiva nel territorio acese di un gruppo sahrawi costituito da 10 bambini e dai loro 2 accompagnatori. Tre bicchieri per tre tè – come da tradizione nelle abitazioni sahrawi – ognuno di essi rappresentativo di una parte diversa della vita di questo popolo. Il primo bicchiere.  Il primo, pungente e forte, sia al sapore che all’odore simboleggia in modo forse per noi bizzarro il loro modo di vivere la vita:  amaro . Difficile da mandare giù, e per alcuni trop

Dal testo alla scena: al “Liceo Archimede” il teatro come mezzo di conoscenza di sé e dell'altro

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Non solo un corso di recitazione, ma un vero e proprio viaggio alla scoperta del proprio Io per gli studenti e le studentesse dell’istituto acese   Di Alessandro Garozzo e Federica Di Mauro Trasmettere ai giovani la bellezza del teatro e l'amore per la letteratura: questo l’obiettivo del progetto “Dal testo alla scena”, inserito nel piano dell'offerta formativa del liceo “Archimede” di Acireale. La storia di questo corso è antica e affonda le sue radici nella passione, da sempre nutrita per il teatro, della professoressa Luisa Mirone, ideatrice del progetto. Con lei Giuseppe Bisicchia, direttore artistico e fondatore dell'associazione “Buio in sala”, attore, regista e sceneggiatore, un professionista del settore che si dice felice di confrontarsi con il mondo della scuola al quale generosamente si dedica, curando il laboratorio espressivo e la regia dei lavori che verranno messi in scena. Ciò che accomuna gli studenti e le studentesse che hanno scelto questo corso è il vo

Ammalarsi per gioco: gli studenti del Liceo “Archimede” di Acireale dicono NO

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Un progetto divenuto occasione per diffondere la cultura della prevenzione verso un’attività troppo spesso sottovalutata, soprattutto tra adolescenti e giovani Di Federica Di Mauro C’è un momento esatto in cui bisogna smettere di giocare: quando non ci si diverte più. Banale? Forse. Ma a pensarci è una presa di coscienza che spesso ci sfugge. Di sicuro sfugge a chi, di quel gioco che non fa più divertire, ne ha fatto una patologia. A parlare di gioco d’azzardo patologico (GAP) è il manuale diagnostico-terapeutico delle malattie psichiatriche dell' American PsychiatricAssociation  c he definisce così un «comportamento persistente, ricorrente e maladattativo di gioco che compromette le attività personali, familiari o lavorative». Ammalarsi per gioco non è quindi uno scherzo. Lo hanno capito gli studenti del Liceo “Archimede” di Acireale che nelle scorse settimane sono stati coinvolti in un progetto di sensibilizzazione sul tema coordinato dalla professoressa Dina Chiarenza e che ha

Service learning: a scuola di volontariato presso "Casa sollievo San Camillo" di Acireale

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Cosa sono i corridoi umanitari? Una storia dalla Siria all'Italia

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  “Santa Venerina abbraccia la Siria”, si chiama così il progetto di accoglienza a favore di profughi siriani giunti in Italia attraverso un corridoio umanitario.  Ce lo spiega Michela Lovato, volontaria di Operazione Colomba, che ha incontrato gli studenti e le studentesse del Liceo “Archimede” di Acireale Di Lorenzo Rapisarda «Lasciare il proprio paese per ragioni di vulnerabilità, come guerra e povertà, è praticamente impossibile senza un visto da presentare ad ogni frontiera. Per fortuna esistono i corridoi umanitari, programmi di trasferimento e di integrazione in Italia, che aiutano queste persone ad ottenere dei visti per transitare nei territori stranieri in cerca di protezione, un'alternativa sicura e legale ai viaggi della disperazione». Con queste parole Michela Lovato - esperta in scienze della pace, cooperazione internazionale e trasformazione dei conflitti - ha presentato il progetto dei corridoi umanitari agli studenti e alle studentesse del Liceo Archimede di Acirea

Confini e diritti umani: Karamoko e il diritto di restare e di partire

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Si chiama "agency" la capacità di essere protagonista della propria vita, di effettuare scelte autonome e di  determinare la propria condizione d'esistenza. Lo hanno imparato gli studenti e le studentesse del Liceo  Archimede confrontandosi, sulla condizione dei migranti confinati ai confini dell’Europa, con chi li ha conosciuti e accompagnati nel loro percorso migratorio. Andrea Basile e Fabiano Licciardello Troppo spesso si cade nella tentazione di dare per scontate alcune libertà di cui godiamo, e di  considerare certi diritti garantiti a tutte le persone, per il solo fatto di essere riconosciuti universalmente  nella D.U.D.U. (Dichiarazione Universale dei Diritti Umani). È questo il caso della libertà di restare o di partire dai luoghi che chiamiamo casa . Ne abbiamo parlato, lo scorso 5 marzo, con Amalia  Innocenti, sociologa e volontaria di "Operazione colomba",  corpo civile di pace  della Comunità Giovanni XXIII.  L’incontro con Amalia -  ospite relatric

"Il suono dell'accoglienza": il progetto che la cooperativa sociale Ro' la Formichina realizza a Santa Venerina con i legni dei barconi

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Ridare vita ai legni delle imbarcazioni naufragate lungo le coste del Mediterraneo perché diventino strumenti musicali: è questo lo scopo di un progetto sociale realizzato dalla Comunità Giovanni XXIII a Santa Venerina. Di Giulia Chisari e Giovanni Platania « Pare che si chiamasse Yassin, che venisse dall’Eritrea, che fosse stato arrestato senza motivo e chiuso in uno dei tanti lager libici. Pare che avesse un bimbo e una moglie in un centro di accoglienza in Svezia e che volesse raggiungerli. Certo è che il suo corpo è arrivato senza vita a Lampedusa il 7 settembre 2015 » . Questo è quanto si legge su una delle tante lapidi in uno dei tanti cimiteri italiani che ospitano le salme delle vittime delle migrazioni lungo la rotta del Mediterraneo centrale. A Yassin è intitolata la prima chitarra costruita nell'ambito del progetto "Il suono dell'accoglienza", presentato da Marco e Michela Lovato, della Comunità Papa Giovanni XXIII, nel corso di un seminario sui corridoi um