Selfie con maiali e caprette - Un pomeriggio nell’Eden: l'Arca di Natalia a Trecastagni

Flavia Greco



Scarpe sporche di fango ai piedi, terra sui palmi delle mani e odore di vita sulla pelle. 

Queste erano le nostre condizioni dopo aver speso un pomeriggio all’Arca di Natalia, un luogo immerso nella natura, un santuario per animali liberi, nonché associazione no profit che si trova a Trecastagni (CT), ai piedi dell'EtnaQueste erano le nostre condizioni dopo aver dimenticato i social per un pomeriggio, usato il telefono solo esclusivamente per farci qualche selfie con gli animali, coccolato cani, accarezzato maiali e inseguito caprette saltellanti. 


A quanti è mai capitato di entrare in contatto con mucche, pecore, capre, maiali e maialini? Ciò è già un privilegio di suo, ma a quanti è mai capitato di spendere un pomeriggio con mucche, pecore, capre, maiali e maialini Felici? 

Solo in pochi detengono questo privilegio, e noi studenti del Liceo Archimede, inviati del Mediterraneo in miniatura - il giornale delle buone notizie e iscritti al progetto di Educazione alla mondialità e alla pace, possiamo ritenerci fortunati. 

Il 27 aprile scorso siamo stati accolti con grandi sorrisi dai volontari dell’Arca di Natalia, con grande entusiasmo e con ampi scodinzolamenti dei cani Cocco ed Emma,  con innocue testate delle caprette Hope e Gigio e con sbuffi di chi sente invaso il proprio territorio da parte dei due robusti maialini Clementino e Gelsomina. 

Abbiamo fatto conoscenza di Zucchero e Cannella, rispettivamente un bue e una mucca salvati dal macello, e abbiamo incontrato Ciccio, un asino comprato da un ragazzo per salvarlo dal mattatoio a cui era destinato. Tutte simili tra di loro sono le storie degli animali accolti nell’Arca di Natalia: chi sarebbe stato abbattuto perché considerato superfluo, chi in quanto detrattore di latte, chi in quanto esemplare maschio, chi in quanto carne, cibo e chi semplicemente in quanto inutile avanzo di un parto. 


Molto spesso non siamo a conoscenza degli orrori che stanno dietro ad un pezzo di formaggio, ad un bicchiere di latte o ad una fetta di carne.  

Non sappiamo che la vita media di un maiale è compresa fra i quindici e i vent'anni, come non siamo a conoscenza che negli allevamenti dura solo sei mesi. Non sappiamo che le carni sulle nostre tavole sono frutto di ingravidamenti artificiali, di un piano antropocentrico che sfrutta la natura solo esclusivamente per il proprio benessere. 


Tra i terrazzamenti di Trecastagni invece, tutte queste creature vivono serene, le une in compagnia delle altre. Non sono solo animali “da reddito”, non sono solo produttori di latte, non sono futuri guadagni, non sono cibo, sono Zucchero, Cannella, Ciccio, Hope, Gigio, Gelsomina e Clementino, amici, compagni. 

Non vengono cibati e curati per divenire risorse alimentari. Molti di loro hanno già fatto esperienza di questa spietata realtà, e grazie ad associazioni come l’Arca di Natalia, sono riusciti a fuggire da questo crudele destino e adesso convivono tutti insieme in un Eden, giocano nel fango, si rincorrono a vicenda e possono finalmente essere felici. 


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