Politiche migratorie e diritti umani: il Liceo Archimede di Acireale incontra Comitato Tre Ottobre
Presso l’aula
magna “G. Bianca” della scuola acese si è svolto un evento sul tema
"Politiche migratorie e Diritti Umani" nell’ambito del progetto
di “Educazione alla mondialità e alla pace” e della più ampia rete
progettuale “Semi di Lampedusa” per riflettere su storie di tragedie ma
anche di speranza.
Di Luca Scrivano, Simone Cataldo e Luca Antonio Palazzolo
«L’incontro
è stato pensato con lo scopo di avviare un confronto e una riflessione sulla
condizione dei migranti lungo le frontiere dell’Europa a partire dalla
testimonianza di Comitato Tre Ottobre,
associazione umanitaria impegnata nella tutela dei diritti delle persone che
attraversano il Mar Mediterraneo e che troppo spesso incorrono in
respingimenti, violenze, torture, reclusioni forzate, schiavitù». Così la
Prof.ssa Paola Lizzio, referente del progetto Educazione alla mondialità e alla pace del Liceo “Archimede” di Acireale
ha introdotto l’evento "Politiche migratorie e Diritti Umani" che
qualche giorno fa ha visto “Comitato Tre Ottobre” incontrare studenti e
studentesse della scuola della città barocca.
All’incontro
hanno partecipato anche i rappresentanti di organizzazioni e fondazioni con cui
il Liceo collabora per lo svolgimento dei Percorsi di alternanza scuola-lavoro
(PCTO) e per i progetti di Service learning, educazione ai diritti umani e alle
pari opportunità: quali Emergency, Coordinamento Acireale per la pace
(inserito nella Rete Europe for peace) e Libera delle Aci.
«È
stata un’occasione preziosa», hanno commentato alcuni degli studenti coinvolti,
gli stessi che hanno avviato l’incontro con la lettura espressiva di alcune
pagine del libro “Lacrime di sale” di Pietro Bartolo, medico di Lampedusa.
La lettura è stata resa ancora più suggestiva perché accompagnata da immagini
riprese dal sito di Comitato Tre Ottobre,
che fornivano un’idea chiara del dramma che si è consumato il 3 ottobre del
2013 quando trecentosessantotto persone sono naufragate al largo di Lampedusa.
«Ospitare Tareke Brahne, presidente del Comitato, e Vito
Fiorino, che ha preso parte attiva alle operazioni di salvataggio, ascoltarne
la testimonianza – hanno continuato gli studenti – ci ha permesso di empatizzare
con le vittime di un sistema migratorio che troppo spesso non offre
alternative al rischiare la propria vita in mare». Particolarmente emozionante
è stato il momento conclusivo con la lettura dei trecentosessantotto nomi delle
vittime del naufragio di Lampedusa sulle note di “La Cura” di Franco Battiato,
canzone dal significato grande e commovente, che rappresenta alla lettera la
volontà di prendersi cura dell’altro. Ed è proprio questo il
messaggio che ripercorriamo oggi che ricorre la Giornata nazionale della Cura
delle persone e del pianeta.
Per
noi studenti questo seminario è stato motivo di riflessione su quanto sia
urgente e doverosa la presa in carico da parte delle attuali politiche
migratorie della tutela dei diritti umani. Le migrazioni e l’accoglienza sono
troppo spesso considerati dai media solo come emergenze per i paesi d’arrivo,
quando, in realtà, le storie dei migranti nascondono risvolti tragici e
dolorosi, scelte difficili di uomini, donne e bambini che pur di
costruire il loro futuro o realizzare il loro sogno, attraversano “l’inferno”.
Abbiamo riscontrato con grande piacere che durante l’incontro c’è stata una
partecipazione viva e significativa ma anche una commozione generale, evidenza
di grande sensibilità verso il tema.
La
capacità di non restare indifferenti di fronte alle sofferenze altrui,
specialmente in un periodo dove la violenza e la sofferenza sono purtroppo
all’ordine del giorno, non è affatto scontata e ha contribuito ad allargare i
nostri orizzonti per superare e oltrepassare le barriere culturali e immaginare
di realizzare quella convivenza pacifica e solidale di cui sentiamo il
desiderio e il bisogno.
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