Il Natale visto con occhi differenti e un abbraccio che diventa casa

Rachele Mirabella




Salvatore (nome di fantasia) è un uomo solo, anzi lo era.

Abbandonato dalla sua famiglia, dopo aver perso il lavoro e la casa, Salvatore aveva perso anche la voglia di vivere. Non si nutriva adeguatamente da mesi, non si lavava, non si curava, si era completamente isolato dal mondo, lasciandosi letteralmente morire, a causa della solitudine di cui maledettamente soffriva. Quando la sua vicina, donna di gran cuore, l’ha trovato, nel buco di abitazione dove si era rintanato, le sue condizioni erano davvero pessime. Persino non riusciva più a camminare. Da quel momento però l'uomo è stato affidato alle cure dei fratelli camilliani e così ha ritrovato la forza per guarire dalla sua depressione, nutrirsi, uscire e incontrare altra gente. Adesso Salvatore sta facendo riabilitazione e sta cercando di riprendere in mano la sua vita; ha trovato una nuova famiglia che in un abbraccio lo ha fatto sentire a casa.

La rete di solidarietà che si è attivata intorno a Salvatore è la stessa che anima l’associazione Missio giovani di Acireale che si spende ogni giorno per il diritto di ciascuno ad un pasto caldo e ad un po’ di compagnia. La storia di Salvatore e quella di tante altre persone come lui ci è stata raccontata da Padre Dario, frate camilliano responsabile della mensa di San Camillo, presso la quale un gruppo di studenti del “Liceo Archimede” si sono recati lo scorso 23 dicembre, nell’ambito del progetto di Educazione alla mondialità e alla pace.

Un incontro prezioso, con persone che vivono una realtà ben diversa dall’ordinario, che ha istillato in alcuni di quei giovani studenti il desiderio di rendersi utili anch’essi e di contribuire alla rinascita di altri che come Salvatore possono aver perduto, per un qualunque motivo, la gioia di stare al mondo.

Se non è questo il Natale, allora che cos’è?

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