Il Mediterraneo in miniatura - Un progetto di Alternanza scuola-lavoro
In una società sempre più complessa e chiamata alla multiculturalità, nasce l’esigenza di educare le giovani generazioni alla mondialità e alla pace attraverso esperienze non convenzionali di alternanza scuola-lavoro come la Mostra del Mediterraneo in miniatura.
Paola Lizzio
Il Percorso per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (ex ASL) Il Mediterraneo in miniatura è stato ideato e attuato, in convenzione con l'Associazione Metacometa APS, come percorso di approfondimento delle tematiche relative al progetto di Educazione alla mondialità e alla pace per l’anno scolastico 2018-2019.
La progettazione e la realizzazione della Mostra è stato l'esito di un percorso di studio sulle relazioni interconnesse tra le sponde del Mediterraneo, i mutamenti di rapporto nel tempo tra le diverse aree geografiche e le cause storiche degli squilibri attuali, facendo uso di tecniche di didattica attiva e dinamica, favorendo la riflessione sui concetti di identità e alterità nel tentativo di disvelare e decostruire pregiudizi, stereotipi, luoghi comuni, immagini deformanti, categorie linguistiche etnocentriche. Ci siamo servite di operazioni di decentramento narrativo del racconto storico, nella convinzione che esso contiene in sé un antidoto all’intolleranza e al razzismo, per promuovere l’interculturalità, scardinando la tradizionale visione eurocentrica, di cui è imbevuta la didattica della storia e la cartografia convenzionale, e recuperando l’immagine di un Mediterraneo come luogo di incontro e non di frontiera.
Così guidate le due classi hanno realizzato dieci pannelli in legno e un totem in cartapesta.
Ci trovavamo in un luogo, Casa Nazareth, sede di Viagrande dell'associazione MetaCometa, adibito all’accoglienza di minori stranieri e italiani entro nuclei familiari non convenzionali, dove la multiculturalità è la norma, le esigenze di ciascuno sono messe al centro e le diverse abitudini culturali valorizzate. Nella prospettiva e nel progetto di vita delle famiglie MetaCometa le relazioni umane sono animate da accoglienza incondizionata, amore scevro da possesso (i genitori accudiscono e custodiscono i figli loro affidati, non li posseggono) e apertura al territorio (il cancello di Casa Nazareth, per principio, è sempre aperto). Un’apertura che si traduce in progetti di rilancio culturali in senso ampio, dagli aperitivi letterari ai progetti con le scuole e i reparti Scout, dall’orto solidale (i prodotti sono condivisi o scambiati, non mercificati) all’asilo nel bosco.
Volevamo che la Mostra
del Mediterraneo in miniatura mostrasse il mondo da quella prospettiva, abbracciando
i valori di cui l’esperienza a Casa Nazareth era permeata.
Occorreva rovesciare la
prospettiva più comune e offrire un’alternativa migliore.
A tale scopo la maggior parte dei pannelli, realizzati grazie alla creatività delle classi coinvolte, rappresenta il tentativo di costruire una nuova memoria planetaria, decostruendo la memoria dominante, che è etnocentrica ma che si spaccia per planetaria. Le diverse sezioni della mostra, ciascuna dedicata rispettivamente all’arte della ceramica, alla musica, alle lingue, alle religioni, alle economie e agli stili di vita, aiutano a rileggere il pluriverso Mediterraneo come la sintesi di quanto è avvenuto nel corso dei secoli sulle sue sponde dove le diverse culture, incontrandosi, mantengono le loro caratteristiche distintive pur lasciando il proprio segno in un insieme vivo, senza supremazie o censure.
Particolarmente interessante è stata la riscoperta di una
lingua franca, il Sabir, usata dai mercanti fino al XVIII secolo, il
secolo della grande divergenza. Una lingua universale che non si
identificava con una sola lingua conferendole maggiore dignità rispetto alle
altre, ma era il frutto dell’incontro tra esse, in un insieme di relazioni
ancora tendenzialmente paritarie, tanto che solo la conquista francese
dell’Algeria, primo atto della definitiva subordinazione del Sud del
Mediterraneo al Nord, nel 1830, ne segnò la fine.
All’attuale concezione del Mediterraneo come frontiera di un’Europa fortezza, abbiamo voluto contrapporre una pluralità di rappresentazioni diverse. Non a caso uno dei pannelli più significativi, dal titolo emblematico “Come rappresentarci sulla carta”, rappresenta una carta fisica del Mediterraneo ruotata di 90 gradi, in modo tale da disorientare l’osservatore, affinché dallo smarrimento nasca la consapevolezza di dover ridefinire la propria visione, o quanto meno di doversi interrogare sulla legittimità di convinzioni/convenzioni che si basano su rappresentazioni relative e non assolute della realtà.
Sulla stessa lunghezza d’onda, “Dov’è il Nord” è
un pannello interattivo che provocatoriamente rappresenta il mar Mediterraneo
come la linea di confine che separa il Nord e il Sud, due parti di un ambiente
che in realtà è un unico ambiente, anche se paesaggisticamente variegato. Con
questo pannello è possibile divertirsi riposizionando a proprio piacimento i
quattro punti cardinali nella consapevolezza che è convenzione, certo ormai
universalmente accettata, che il Nord sia in alto e il Sud stia in basso.
In un altro pannello, “Dal PIL al FIL”, è esplicitamente contrapposta la logica del prodotto interno lordo alla logica della felicità, recuperando il tema dell’eudemonismo che sappiamo era centrale nel pensiero filosofico antico. L’evidenza empirica mostra che nelle società odierne il benessere soggettivo aumenterebbe investendo di più in vita relazionale e meno nel consumo di beni di comfort. Nel nostro pannello abbiamo cercato di ridefinire un nuovo standard di vita basato sulla qualità e non la quantità dello sviluppo umano, attraverso criteri quali l’accesso alle risorse, la parità di genere, il livello di istruzione e la sostenibilità ambientale.
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