Il Mediterraneo in miniatura - Un progetto di Alternanza scuola-lavoro
In una società sempre più complessa e chiamata alla multiculturalità, nasce l’esigenza di educare le giovani generazioni alla mondialità e alla pace attraverso esperienze non convenzionali di alternanza scuola-lavoro come la Mostra del Mediterraneo in miniatura
di Paola Lizzio
Educare al dialogo interculturale e a percepirsi cittadini del mondo recuperando, in immagini, la funzione millenaria del mar Mediterraneo come luogo di incontro e di confronto tra i popoli, questo è quello che hanno realizzato gli studenti e le studentesse del Liceo "Archimede" di Acireale nel corso dell'anno scolastico 2017-2018. Una mostra del Mediterraneo, esito di un progetto di educazione alla pace che, attraverso operazioni di decentramento narrativo del racconto storico e una didattica di tipo laboratoriale, attiva e dinamica, ha voluto offrire ai giovani l'opportunità di costruire una rappresentazione di sé alternativa alle più comuni prospettive etnocentriche.
Ci trovavamo in un luogo, Casa Nazareth, sede di
Viagrande dell'associazione MetaCometa, adibito all’accoglienza di minori
stranieri e italiani entro nuclei familiari non convenzionali, dove la
multiculturalità è la norma, le esigenze di ciascuno sono messe al centro
e le diverse abitudini culturali valorizzate. Nella prospettiva e nel progetto
di vita delle famiglie MetaCometa le relazioni umane sono animate da
accoglienza incondizionata, amore scevro da possesso (i genitori accudiscono e
custodiscono i figli loro affidati, non li posseggono) e apertura al territorio
(il cancello di Casa Nazareth, per principio, è sempre aperto). Un’apertura che
si traduce in progetti di rilancio culturali in senso ampio, dagli aperitivi
letterari ai progetti con le scuole e i reparti Scout, dall’orto solidale (i
prodotti sono condivisi o scambiati, non mercificati) all’asilo nel bosco.
Volevamo che la mostra del "Mediterraneo in miniatura" mostrasse il mondo da quella prospettiva, abbracciando i valori di cui
l’esperienza a Casa Nazareth era permeata.
Durante tutta la sua storia millenaria il Mediterraneo ha sempre messo in contatto Nord e Sud, Est ed Ovest, popoli e culture diverse, segnandone profondamente l’evoluzione grazie alla sua posizione geografica. Di contro all’attuale concezione del Mediterraneo come frontiera di un’Europa monolitica e separata dal Sud e dall'Oriente, abbiamo voluto mostrare come le diverse culture incontrandosi mantengono le loro caratteristiche distintive, lasciando ciascuna il proprio segno in un insieme vivo, proprio come tante impronte colorate messe insieme che non si mescolano ma emergono dallo sfondo proprio grazie al contrasto con le altre.
Le diverse sezioni della mostra, ciascuna dedicata rispettivamente all’arte della ceramica, alla musica, alle lingue, alle religioni, alle economie e agli stili di vita, aiutano a rileggere il pluriverso Mediterraneo come la sintesi di quanto è avvenuto nel corso dei secoli sulle sue sponde. Particolarmente interessante è stata la riscoperta di una lingua franca, il Sabir, usata dai mercanti fino al XVIII secolo, il secolo della grande divergenza, una lingua universale che non si identificava con una sola lingua conferendole maggiore dignità rispetto alle altre, ma era il frutto dell’incontro tra esse, a testimonianza di un passato di relazioni paritarie tra i popoli mediterranei, superato dalla logica coloniale e imperialista di un nord occidentale che si è storicamente imposto sul sud mediorientale.
Il "Mediterraneo in miniatura" è il risultato della capacità autonoma dei giovani di raffrontare le vicende storiche da una dimensione locale a una dimensione globale, e viceversa, mettendo a confronto due o più narrazioni o sguardi o versioni su uno stesso oggetto. A guidarli sono state le loro docenti di storia che, attraverso tecniche di decentramento narrativo, hanno stimolato in loro il desiderio di rilettura della storia e della contemporaneità, mettendosi in gioco con innesti di nuovi saperi, comparazioni e mescolamenti con altre realtà culturali.
Il risultato è uno straordinario capovolgimento delle logiche più comuni per far posto ad una rappresentazione più consapevole dei rapporti tra identità e alterità.
Non a caso uno dei pannelli più significativi della mostra, dal titolo emblematico “Come rappresentarci sulla carta”, è costituito da una carta fisica del Mediterraneo ruotata di 90 gradi, in modo tale da disorientare l’osservatore, affinché dallo smarrimento nasca la consapevolezza di dover ridefinire la propria visione, o quanto meno di doversi interrogare sulla legittimità di certe convinzioni e convenzioni che si basano su rappresentazioni relative e non assolute della realtà.
La mostra è esposta presso il salone Mediterraneo di Casa Nazareth in via Garibaldi 153 a Viagrande (Catania). Per accedere alla posizione clicca qui.
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